La sigla è diventata famosa grazie al regista Steven Soderbergh e sta a significare The Girlfriend Experience. Questo acronimo allude a un’attività ancora oggi molto diffusa soprattutto nelle città grandi, cioè al mondo delle escort, che attira la curiosità di molti. Qualche anno fa a questo mondo è stato anche dedicato un calendario del Codacons, il sex workers, che raccoglie 12 scatti di nudo artistico in bianco e nero di Tiziana Luxardo che hanno come protagonisti trans, donne, uomini.

Nei programmi tv e nei più importanti giornali del mondo donna di tanto in tanto si trovano accenni a questo famigerato mondo, che è molto più variegato di quello che si crede. Abbiamo per esempio assistito un intero reportage a Le Iene in una delle ultime puntate di stagione e si possono leggere diverse interviste, come quella su Donna Moderna.

Una domanda che molti si fanno, quindi, a questo proposito è se esistano ancora oggi le escort e come funziona questo mondo. È vero che c’è un codice preciso? Si tratta di vittime della società o di donne che semplicemente hanno fatto del loro corpo uno strumento di lavoro? Questa attività in Italia è legale? Quali sono le percentuali statistiche? Cerchiamo di rispondere a queste domande.

Una questione di terminologia…

Quando si parla di GFE, ufficialmente si fa riferimento alla pratica di concedersi a qualcuno come una fidanzata, quindi andandoci a cena, ascoltarne i problemi, dare consigli, presenziare ad occasioni importanti, avere anche rapporti intimi ma sempre con una dedizione tale come l’avrebbe una donna innamorata.

Se nelle interviste molte volte c’è chi ammette che si tratta di vendere il proprio corpo, in altri casi le sedicenti accompagnatrici ci tengono a precisare che non si tratta letteralmente di prostituzione. In questo mondo variegato e confuso, capire bene non è semplice, ma cerchiamo di spiegarci bene.

Il mondo delle escort è differente dalla prostituzione che possiamo definire “di strada”, per intenderci, che purtroppo è un cruccio della società d’oggi e che riguarda il 60% del “settore”. In questo lato oscuro, di illegalità e spesso di criminalità, ci sono il 55% di straniere raggirate (di cui il 10% minorenni).

Il bianco e il nero

Le escort in Italia contano il 40% delle prostitute e in questa percentuale ci sono due grandi gruppi da distinguere: uno “angelico” e uno “indiavolato”.

Il primo è quello delle escort che fanno questo “lavoro” un po’ per arrotondare (quindi non come lavoro principale) e che non sempre chiudono i loro appuntamenti con un incontro intimo. Ecco che quindi si parla davvero di “accompagnatrice”, che fa compagnia a uomini soli in occasioni in cui è “imbarazzante” o sconveniente presentarsi da soli: come cerimonie o occasioni mondane, o che li accompagna per esempio in vacanza. (Ricordiamo tutti il film The Wedding Date con Deborah Messing in cui lei ingaggia un escort per farsi accompagnare al matrimonio.)

Il secondo lato del settore è quello più indiavolato e hot e che vede all’interno due categorie di persone. Le prime sono escort definiamole “amatoriali” e che si propongono su siti di annunci appositi, come sono quelli per escort su svelaincontri (in cui vi sono offerte più o meno audaci) e le seconde sono quelle che svolgono questa professione ufficialmente: in un Paese però dov’è legale, cioè il vicino Canton Ticino svizzero. Qui questo genere di lavoro è legale, tassato e fatto in locali autorizzati. Una cosa che hanno in comune tutte queste donne è che nella maggior parte dei casi svolgono la loro attività all’insaputa della famiglia, così dicono almeno le intervistate.

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